Google API Key per mappe: come generarle

Tutte le novità introdotte dai servizi di Google



Da qualche tempo c’è una novità per chi possiede un sito web e fa uso di mappe: Google infatti ha introdotto un sistema differente di incorporamento, le API Key.

Se hai da poco attivato un dominio e hai provato a inserire delle mappe sul tuo sito, avrai notato che ti è apparso un messaggio di errore (MissingKeyMapError): è dovuto al cambiamento della gestione delle mappe Google e all’introduzione delle API Key anche in questo servizio.

Che cosa sono le API Key di Google Maps

Le API (Application Programming Interface) sono le interfacce di programmazione utili agli sviluppatori che desiderano creare un numero maggiore di funzionalità per applicazioni e programmi di vario genere. Google è tra coloro che offrono la possibilità di utilizzare gratis le API per la gestione e l’uso di mappe: alcuni esempi in questo senso sono le mappe personalizzate oppure l’integrazione di mappe nelle app mobili.

Cos’è cambiato con le API Key di Google Maps

Fino a qualche anno fa per far visualizzare le mappe era sufficiente inserire il codice generato su Google Maps, ma l’introduzione delle API pure in questo ambito – Google nel complesso dispone di più di 100 API – ha cambiato un po’ il procedimento a cui si era abituati. La novità ha riguardato in particolare chi avesse attivato un dominio dopo la modifica delle regole, mentre non ha coinvolto chi lo aveva già prima di allora.

Per ogni progetto esiste un limite massimo di 25000 visualizzazioni al giorno se si fa uso della API Key gratuita di Google Maps; se invece si intende ottenere un traffico maggiore sul proprio sito, fino a un anno fa era possibile acquistare una licenza Premium utile a questo scopo.

Come creare le Google API Key

Le API di Google sono gratuite, ma sono richieste delle chiavi di accesso per utilizzare il prodotto. La procedura di autenticazione è piuttosto semplice, anche se solitamente è preferibile che sia un programmatore a metterla in pratica: basta collegarsi alla pagina ufficiale della documentazione e selezionare il tasto Get a Key della Console Developer; dopo aver creato e nominato il tuo progetto, premi infine Create and Enable API.

A questo punto otterrai il codice che potrai includere sul tuo sito creato per esempio con WordPress: la piattaforma in questione potrà quindi avvalersi gratuitamente di un programma in cui sono incluse le funzioni di Google.

Ci sono però delle limitazioni di cui tenere di conto se si vuole procedere in sicurezza: l’impostazione dei parametri all’interno della API Console è uno di questi accorgimenti essenziali.

Le restrizioni tra cui si può scegliere sono:

  • App
  • Indirizzi IP
  • Nessuna
  • Referrer HTTP. Questa opzione fa al tuo caso, dal momento che è indicata specificamente per i siti internet. Dopo che l’avrai selezionata, potrai indicare l’URL del tuo sito (con il formato http://nomedeltuosito.com//) nel campo apposito; non ci sono limiti dal punto di vista del numero di domini di riferimento: se ne possono aggiungere di ulteriori.

Qualsiasi sia il tema da te scelto, nelle opzioni generali trovi lo spazio dove scrivere il codice, dopodiché si tratta di aspettare che le opzioni selezionate vengano salvate.

Google Maps Platform: come si è evoluto Google Maps

Lo scorso anno Google ha ridotto le sue 18 API per la gestione delle mappe a tre servizi: Maps, Routes, Places; in questo modo ha notevolmente semplificato sia le ricerche sia l’incorporamento delle mappe all’interno dei siti internet. Per ottenere la API Key è richiesto adesso che si effettui l’accesso a Google Maps Platform.

Non esistono più i piani tariffari Standard e Premium, bensì un unico piano che li riunisce; un altro cambiamento importante è che ad oggi per avere una API Key occorre essere in possesso di un account di fatturazione, ovvero registrare la propria carta di credito.

Nel servizio sono compresi 200 dollari che Google mette a disposizione e che equivalgono alle spese necessarie mensilmente per utilizzare e implementare le mappe nei siti web. Se le funzioni basilari restano gratuite, quelle avanzate diventano adesso a pagamento, ma bisogna dire che i costi riguardano soltanto ciò che effettivamente si consuma e spesso si possono coprire con parte dei 200 dollari.

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